Prostituzione minorile e affidamento rispetto all’età riferita dalla persona offesa:
La Suprema Corte, III Sezione Penale, con Sentenza n. 30915/2025, ha ribadito l'assunto per cui, in materia di prostituzione minorile, l’autore non può invocare come giustificazione la propria ignoranza sull’età della vittima, salvo che tale ignoranza risulti effettivamente inevitabile. Ne consegue che non sono sufficienti, al fine di ritenere fondata la predetta causa di non punibilità, elementi ambigui e non univoci quali la presenza nel soggetto di tratti fisici di sviluppo tipici di maggiorenni o rassicurazioni verbali circa l’età, provenienti dal minore o da terzi, nemmeno se contemporaneamente sussistenti.
Ne deriva che l’onere della prova circa l'aver proceduto a diligenti accertamenti circa l'età della persona offesa grava sull’imputato, il quale deve dimostrare non solo di non essere a conoscenza dell’età della persona offesa, ma anche di aver fatto tutto il possibile per verificarla, adottando comportamenti improntati a un grado di accuratezza particolarmente elevato, proporzionato alla rilevanza costituzionale dell’interesse del minore a un pieno e libero sviluppo della propria personalità.
A cura di Avvocato Edoardo Poletto e Avvocato Antea Castelli.
Pubblicato in data 20 novembre 2025.